martedì 4 novembre 2008

Una nonna per amico



Un uomo chiamato Barack Obama questa notte ha perduto la donna che lo ha cresciuto tra mille difficoltà, contro tutto e tutti, una donna che lui stesso ha definito “la pietra angolare della mia famiglia”. Questa donna, amici, non era sua madre, era sua nonna: il suo nome era Madelyn Dunham e lui la chiamava affettuosamente “toot”, “nonna” in hawayano. Stiamo parlando di una donna che ha tirato su il forse futuro Presidente degli Stati Uniti d’America. Ma prima di tutto un uomo che, in questa campagna elettorale che abbiamo vissuto oltreoceano, è riuscito a incantarci con le sue parole, con il suo atteggiamento e, personalmente, con il suo discorso a Berlino. Quando era chiaro ormai che la fine di questa donna si avvicinava, Obama non ha esitato a interrompere la campagna elettorale più incredibile della storia degli Stati Uniti per darle un saluto, che non poteva essere che l’ultimo, come poi i fatti hanno dimostrato stanotte.
Perché una nonna vale più di una madre, perché è madre due volte, è tra nonna e nipote che si stabilisce un dialogo adulto, non come quello di una madre per il quale il figlio sarà sempre un cucciolo mai cresciuto. Una nonna arriva al cuore del nipote come una vecchia fidanzata che rincontri per caso dopo anni, è fuorigioco. Non ha aspettative, lei ti parla, lei ti spiega, lei ti consiglia, poi sta a te. Se non segui i suoi consigli non ci sono punizioni, ma solo la vita che si spiega davanti a te.
Voglio quindi credere che se domani il Presidente degli Stati Uniti d’America fosse Obama, il merito sia di una donna che non ha avuto nemmeno il privilegio di vedere se quello che ha insegnato sia poi servito veramente. Quello che è certo è che comunque vadano le cose, un uomo dopodomani prenderà un aereo per dare l’ultimo saluto alla donna che lo ha cresciuto.
Barack Obama forse sarà Presidente o forse no, ma quel che più conta sarà semplicemente un uomo, suo nipote.

Nessun commento: