mercoledì 30 dicembre 2009

Attenti al 31 sera!


Via il panico. Chiamate tutti subito: che fai per capodanno?
Al primo timido “non lo so ancora, perché...”, tagliate corto e li invitate a cena a casa vostra dicendo che dopo mezzanotte se ne possono andare dove gli pare, anzi meglio, così sistemate tutto e ve ne andate a letto. Ma
se per caso rifiutano, declassateli immediatamente e non chiamateli più fino a Marzo, alla loro telefonata “ma sei sparito!” rispondete con “scusa, ti posso richiamare?” e sparite fino a Maggio. Potete fare 3 tentativi di inviti del genere dopodiché si procede così: si prende la vostra più cara amica o la vostra compagna o vostra moglie e ve ne andate SENZA PRENOTARE, mi raccomando, in una qualsiasi SPA. Quando vi vedranno con il valigino non potranno mandarvi via e vi daranno l’unica stanza rimasta, la suite imperiale, a quel punto lei carinamente vi dirà:
- Dài non importa, proviamo da un’altra parte, questa è troppo cara!
Voi invece stoici:
- Va bene questa, mi fa portare su una bottiglia di champagne ben ghiacciato per favore, grazie signorina, dove posso prendere un pernod nell’attesa?
A quel punto ve ne andate in camera, dove, bando ai pudori, ci si spoglia in un attimo buttando tutto ovunque, (tanto dopo passa il service: siamo in suite!) e ci si infila subito in un accappatoio bianco DASH: voglio stare col turbante di spugna, tutto il giorno fino alle 20, ora dell’eventuale telegiornale, tra le mani di una professionista sconosciuta ucraina, ovviamente la nostra amica o compagna o moglie con uno sconosciuto russo, che non parlano nessuna lingua, manco ciao sanno dire, non fanno domande di nessun tipo come va, come non va, non intonano, afoni, gente cui puoi chiedere “mi faccia un regalo: stia zitto!” tanto non capiscono. Trattamenti previsti: saune, bagni turchi, peeling totali al corpo-mani-viso-piedi-tutto. Per pranzo, tardi, verso le 15, tanto per rifiatare, uno yogurt e BASTA. Alle 1530 si ricomincia con fanghi d’Alsazia al triplo zolfo e carbonchio, radioattivi! Esco da questa giornata che in camera ci diamo del lei da quanto non ci riconosciamo. E attenzione, il tempo d’infilarsi un abito, anche elegante perché no, smoking per noi, un medio lungo per lei, tacco 12 (ma allora devo capire che c’è dell’altro!) e ci si butta al ristorante della SPA, dove è previsto un 500 grammi di caviale cadauno, non succedaneo, e ovviamente cadaune Magnum di Krug. Età media 90, abbassata da due nipotini viziati presenti in sala, che si annoiano e si tirano il caviale in faccia subito redarguiti e immobilizzati con una spruzzata di Serenase in faccia dal russo di prima (un po’ Viggo Mortensen). La serata prosegue con un’orchestra in frac che esegue il concerto di Capodanno di Vienna, con lo stesso programma. Alle 23 potete chiudere i cellulari: così tutti i vostri amici che ieri nicchiavano e adesso si stanno rompendo le scatole ci rimangono male che non rispondete e che anzi siete chiusi. A mezzanotte e 1, via! O si prosegue la conversazione con qualche persona VERAMENTE SIMPATICA E INTELLIGENTE o ci si fionda a letto sfondati ed ebbri. La sera del 31 è solo un ricordo. Domani è già l’UNO ED È TUTTO FINITO!
AUGURI...

martedì 22 dicembre 2009

Consigli per gli acquisti. Isterici.


I regali dell’ultimo minuto, quelli fatti nel pomeriggio del 24 con le saracinesche in chiusura, sono i migliori perché sono carichi di adrenalina: quando vengono aperti le confezioni esplodono, i pacchi volano, la carta si autostraccia in pochi attimi. Per farli bisogna avere le idee chiare, e nel negozio si saltano le formalità tipo “volevo sapere se per caso avevate...”, e si urla direttamente al primo sguardo del commesso ciò di cui abbiamo bisogno! Quindi, sempre seguendo l’ormai famosa regola della quantità applicata al materiale di consumo, ecco altri consigli per il regalo isterico, quello che farà urlare voi in negozio e i vostri cari sotto l’albero:
10 quaderni a righe Moleskine, schicchissimi.
100 matite Faber Castell, quelle gialle.
60 bicchieri di Ikea modello Optimal, appena vi ringrazia, ne rompete uno APPOSTA!
100 candele sempre Ikea, modello Julros, rosse, solo rosse!
Tutte le 4 cornici da tavolo di Muji, di misure diverse ma con la stessa foto dentro, la vostra!
100 capsule Nespresso, what else. Soprattutto se non ha la macchinetta, così se la sceglie e se la compra lui.
Una radio di qualsiasi modello e colore ma sempre e solo Tivoli.
A qualche Nonna un rosario, ma di diamanti!
A un uomo 10 schiume da barba: un regalo lungo un anno.
A una donna 10 creme idratanti notte di Shiseido: un regalo lungo un mese. Mai l’antirughe, mai.
E ovviamente, alle persone serie, quelle che non cambiano MAI profumo ottenendo anche l’effetto di farsi riconoscere anche a distanza di metri e a volte di anni, gli regalate la magnum di quello che usano, non quello che piace a voi: uno per tutti? Oyedo. Unito a un quadruplo filo di perle nere non coltivate, e a una veretta di diamanti di Tiffany. Ma qui stiamo parlando del regalo alla donna della vostra vita...

giovedì 17 dicembre 2009

La coppia più bella del mondo!


Se per giustificare il tradimento (uno solo?) del golfista più famoso del mondo Tiger Woods che alla moglie ha riservato un piccola distrazione, si è scomodato lo zoologo Desmond Morris e le sue teorie, qualcosa vorrà dire. Insomma noi uomini non ce la facciamo e non ce la faremo mai. Anche se siamo sposati alla donna più bella del mondo, la più desiderabile, la più charmante, quella giusta, che ci fa fare bella figura con gli amici ma anche con i datori di lavoro, quella che ci viene a prendere alla stazione ma anche all’aeroporto, che ci tiene il portone aperto quando rientriamo a casa il sabato carichi dei sacchi della spesa, quella che ci consola se abbiamo un problema di lavoro e che cucina a tutti i nostri amici durante l’intervallo del derby, disturbando soltanto per chiedere solo quanto manca alla fine del primo tempo per regolarsi e buttare la pasta, insomma LA DONNA DELLA NOSTRA VITA, noi sappiamo che NON girarci per guardare meglio una bella ragazza che ci è appena passata accanto è uno sforzo impossibile e alla fine, ci giriamo. Come è possibile? La teoria enuncia proprio questo: l’uomo non può. È più forte di lui, stiamo parlando di centinaia di migliaia di anni fa, quando l’uomo andava a caccia e la donna era in una caverna senza il CaldoBagno De Longhi ad accudire i cuccioli d’uomo cucinando qualche avanzo in attesa delle nuove provviste, appunto. E andava bene così. L’uomo, tra una caccia e l’altra, vuoi che non adocchiasse qualcun'altra cui fare una carezza e poi, oplà, 9 mesi dopo una sorpresina? E lui dov’era finito?
- Papà faceva il cacciatore, altro non so... - era la risposta della madre.
Ecco perché ancora oggi, parlando con gli amici durante le riunioni, quando il capo riceve una telefonata, tutti ci chiediamo, scandendo le parole, come fossimo davanti a un giudice con una codona di paglia mai vista: “Ma io, con una scappatella, io cosa tolgo? Niente, non tolgo niente! Mi creda, Vostro Onore!”. Niente, non ce la facciamo, il controllo non ci appartiene, del resto Nonna lo diceva sempre: “è peggio il pensiero del corno!” e io rosico anche per questo. Alle donne non puoi rimproverare nemmeno il pensiero, perché non lo capirai mai! Prendete la Paolina Borghese del Canova su quel materassino adagiata mollemente alla Galleria Borghese, sembra eccitata o quantomeno pronta a un incontro, no? Eppure se glielo chiedete lei dirà che “Noo, sono solo stanca e mi sto riposando un po’...”. Vallo a dire a un uomo che deve incontrare una donna da lì a poco, lo vedi che sbava da un’ora prima, che agita la coda, che batte le mani, che non capisce più niente, insomma glielo leggi in faccia! Non ce la facciamo. È più forte di noi, e lo dice pure Desmond Morris. E allora, consoliamoci con il finale di questa storia: la moglie di Tiger Woods, coperta da chissà quali baguettes di Cartier, alla scoperta del tradimento non ha esitato a sbattergli la sacca del golf in testa insieme a tutte le mazze, comportandosi come in una vignetta dell’Angolo del Buonumore della Settimana Enigmistica. O come in una scenetta di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. La coppia più bella del mondo!

mercoledì 2 dicembre 2009

Una vespa da Babington's


Prendete una bella ragazza, bionda, alta, su una vespetta 50 a 3 marce, con il faro tondo davanti, color blu brutto, diciamo celeste scuro, con la sella monoposto, scomodissima. Questa ragazza ha due gambe lunghe, i jeans Jesus che gliele fasciano come una garza, ha una pelliccia di opossum corta e stretta in vita, una nuvola di capelli biondi, il suo profumo è Anais Anais di Cacharel, e le viene sempre da ridere anche se arriva a prendermi sotto casa dove la aspetto da 40 minuti oltre l’orario deciso. Io con la camicia Brooks usata, comprata al mercato americano a Latina l’estate precedente alzandomi alle 5, il pullover con i rombi di Benetton, il marine blu con i bottoni d’oro, la barba fatta anche se non ce n’era bisogno e quindi tutto tagliato ma con un litro di Tactics pour homme di Shiseido che bruciava ma mi faceva sentire pieno di “carattere e personalità”! Con quella vespa ho imparato a stare stretti stretti su quella sella microscopica senza secondi fini, oppure a prendere la pioggia perché il parabrezza era rotto, sempre in due, uscendo da scuola, e ci veniva da ridere perché ormai eravamo fradici, e perché ti sembra bello pure quello a 17 anni. Su quella vespa ho imparato il cambio sulla manopola a sinistra e il freno a pedale a destra sulla scocca. Ho imparato a rimanere con il filo del gas in mano, e anche a rimanere senza cambio perché si era rotto il filo della prima, e quindi a partire con la seconda dandosi una spinta con il piede. Ho imparato a pulire la candela con la carta vetrata per farla ripartire, e 1500 lire per una candela nuova non le spendevo.
Ma era su quella vespa che a 17 anni andavamo da Babington’s, la sala da the più famosa di Roma, e quindi del mondo, a Piazza di Spagna, a fare finta di essere lei la maitresse di “American Gigolò”, quella bionda che gli aveva “insegnato tutto, anche a fare l’amore!” e io a fare finta di essere addirittura Richard Gere prima delle lezioni!
E con quella ragazza ho imparato cosa vuol dire una donna per amico, con le confidenze reciproche senza peli sulla lingua, ma proprio senza peli, lei dell’uomo suo e io soltanto delle ragazze che mi piacevano senza speranza. Lei finiva l’ultima briciola dell’unico muffin che ordinavamo e mi diceva “questo non lo devi fare mai!”. E tutto questo sotto gli occhi sbigottiti delle cameriere di Babington’s che ci trattavano appunto come due ragazzini che proprio non volevano capire la differenza tra “un the per due” e “due the” (e comunque a loro non gliene fregava niente e ce ne caricavano sempre due sul conto, anche se la teiera era una sola).
E questo è il motivo per cui ancora oggi se non la vedo tutti i giorni 10 minuti per un caffè vicino alla banca dove lavora, io non so come mi chiamo. Anche se lo ha capito il barista che tutte le mattine vede due adulti che urlano e ridono della vita.
È lei la mia più grande amica, e lo sarà sempre.

martedì 1 dicembre 2009

Albero di Natale: istruzioni per l'uso.


Do per scontato amici che voi non apparteniate a quel genere di persone che comprano l’albero di Natale vivo, come un gatto, come un animale. Chi fa questo tagliando un albero dalla terra (anche dal vivaio: è uguale), non deve leggere questo blog. Posso passare ai consigli: finto e basta! Se adesso però ve lo comprate bianco, lasciamo perdere: non siamo in un film degli anni 80, l’albero è verde e basta. Poi gli addobbi: si prende la scatola del Natale, quella bella di cartone pesante che sta sul palchettone dal Natale scorso e si tirano fuori le palle di vetro di tutti i colori. Infatti altra buona regola è quella di non fare l’albero monocolore, come i governi di una volta. “Quest’anno viola che va di moda...”, no! Le palle devono essere di tutti i colori e devono appartenere anche ad epoche diverse, ogni palla deve raccontare una storia in modo che l’albero possa gridare la sua a chiunque si avvicini, e deve essere la storia della famiglia nella quale soggiorna. Ecco perché appenderemo anche i piccoli gadget che figli e nipoti piccoli avranno fatto in classe. Poi i fili colorati, quelle specie di boa, colorati anche quelli, tre, giallo, rosso e blu, bianco no! “Ma fa la neve...” perché, di solito ti nevica in casa? No, quindi niente! Non bisogna simulare. Altri divieti: i fiocchi, no! Alcuni appendono le caramelle e i torroncini, no! Non è l’albero della cuccagna, è l’albero di Natale! E poi c’è una versione degli anni 70 assolutamente da evitare e che ho visto dal vivo in una sola casa: si trattava di un albero vero che era stato adornato solamente di candeline che venivano accese dal padrone di casa quando arrivavano gli ospiti con la moglie che lo pregava:
- Mario, ti prego, ci vuole un’ora prima che si accenda tutto...
e l’altro:
- No cara, ci metto un minuto...
Alla fine devo dire che era molto bello, ma ovviamente la sera di Natale cosa è successo mentre tutti scartavano i regali? È bruciato tutto, rovinando quel Natale e quelli futuri ai bambini della coppia: per loro “Natale” equivale a “rogo”!
Ed ecco quindi arrivato il momento di parlare delle luci: si parla di fili elettrici che devono essere comperati a norma, quindi da Borghini a Via Belsiana a Roma, o comunque nei negozi tradizionali di materiale elettrico delle grandi città, quelli, per capirci, dove i commessi hanno ancora il camice. Due fili da 20 lampadine colorate intermittenti e basta. Dove si mette l’albero? In salotto in un angolo oppure se si ha un ingresso all’americana con tavolo Biedermeier al centro, dove per il resto dell’anno si appoggiano i guanti, il portachiavi di Tiffany, le gomme da masticare Blast, l’albero si può mettere proprio al centro del tavolo... Ma ecco che suonano alla porta di casa. È arrivata in un secondo la donna della vostra vita cui avrete fatto la sorpresa di aver fatto voi l’albero, lei vi darà una carezza con le mani fresche di manicure e senza ancora quella veretta di diamanti che tra pochi giorni troverà proprio lì sotto. E se l’8 dicembre, giorno tradizionalmente riservato al montaggio dell’albero di Natale, tutti pensiamo che sia un gran rottura di scatole, ricordatevi che quando lo smonteremo il 7 gennaio saremo tristissimi...