martedì 10 marzo 2009

Barbie 50


Barbie, questa bambola feticcio, sarebbe meglio definirla bambolina, compie 50 anni, un compleanno assurdo, in quanto si festeggia un’idea, non certo una bambola di plastica. Io non la amo anche se probabilmente si tratta del primo seno toccato in vita dopo quello materno, e purtroppo chissà, è proprio quello che ha ingannato le aspettative di tutti noi. Si tratta di una bambola con un nome proprio, tra l’altro di un nazista, ma insomma con un nome suo, non come tutti gli altri pupazzi che si avevano in casa e che si potevano battezzare con un nome deciso appositamente, per esempio “pernacchietta”. Per questo anniversario mi sono chiesto: che ruolo ha avuto la Barbie di mia sorella nella mia vita? Io ero tagliato fuori per il fatto che avevo Big Jim, che senz’altro era un pupazzo più completo, se vi ricordate aveva il pulsante sulla schiena che gli faceva dare un colpo di karate con il braccio destro, braccio che si poteva anche flettere per mostrare un bicipite. Ma Big Jim aveva un piccolo difetto, Big Jim era un nano, era più basso di Barbie e quindi non la poteva baciare. Barbie era molto più alta e sofisticata di quell’operaio che aveva una tuta arancione e basta. Voi capite che tragedia era la mia, avere un pupazzo che non poteva entrare nella vita dell’altra pupazza che invece aveva addirittura la sua casa, i suoi vestiti (che faceva mia zia su misura apposta, con le nuove collezioni, bastava una pezzetta e mia zia le faceva un tailleur). Se Big Jim entrava casualmente in casa sua era solo per fare l’elettricista, l’antennista, l’idraulico o peggio il garzone che portava la spesa, doveva darle del lei e Barbie gli dava del tu, quando raramente gli si rivolgeva, visto che poi lo salutava Ken, quel cretino delegato a pagare le spese di casa che erano tantissime, perche tra l’altro mia sorella aveva svariate Barbie, e un solo Ken (da qui si capisce che ruolo aveva questo poveraccio che, adesso da grandi, a noi sembra un fortunato proprietario di un gineceo, ma da mia sorella era usato come un parafulmine, un liquidatore, l’unico amico di Big Jim). Se penso a quante chiacchierate mi sono fatto con Ken, visto che io doppiavo sia Big Jim che Ken, e non sapete cosa non è uscito da quelle bocche...
Comunque questa bambola sofisticatissima compie mezzo secolo e per celebrarla ogni industria si è messa al suo servizio: Kartell le arrederà casa, a prezzi modici, no? 50 designer le rifaranno il guardaroba e magari anche il suo profumo, che era alle essenze di cedro e noce moscata.
Io credo che alla fine sia colpa di questa esclusione che ho provato da piccolo dalla casa di Barbie, se oggi da grande sogno sempre queste entrate trionfali di gattine in casa mia. La realtà è un’altra: sono io che voglio entrare a casa di una Barbie, alta un metro e 75, con una quarta, anche finta a questo punto, bionda o mora non fa differenza, per passare una serata indimenticabile con una bottiglia di Krug e una boccia di Oyedo, ed essere accettato per quello che sono: un pupazzo!

4 commenti:

simona ha detto...

big jim però poteva stare in piedi da solo,anche scalzo, contrariamente a barbie che aveva i piedi difettosi e in discesa.

Anonimo ha detto...

Io non ho mai giocato con le barbie, ho sempre preferito il fortino e i soldatini di mio fratello.
Vorrà dire qualcosa?
Federica

Anonimo ha detto...

avevo rimosso la tuta arancione! bravo che te la sei ricordata; in effetti Big Jim un poveraccio, Ken era molto più fico, e poi si doveva dividere tra tutte quelle valchirie bionde (perché allora erano solo bionde o c'era la Nera, che naturalmente io non avevo).

Bravo, come sempre
stefania

Anonimo ha detto...

Riccardo basta co sto Oyedo!!!! Ti porto da Muccioli sà!!!!!
Valeria