martedì 2 dicembre 2008

Pudore: the day after


Se esiste ancora un momento in cui si dovrebbe avere una spruzzata di senso del pudore potrebbe essere quello della mattina dopo il primo incontro notturno quando la nuova coppia si scoppia, o meglio, si sfascia e vi dico subito perché. Dunque la sera prima, l’uomo e la donna sono all’apice della loro rispettiva forma, vestiti sartorialist, la donna stupenda, truccata benissimo, maliarda, con calze vere, no collant, ma calze, quelle che si possono tenere su solo con il reggicalze appunto, tutta attillata, fantastica! L’uomo con quello che può, in completo con la cravatta, profumi straordinari, voce bassa, gli sguardi che si incrociano, assassini, fumosi, carichi di promesse, insomma sembra un film. Ma il mattino dopo, al risveglio la situazione è la seguente:
lui nudo come un verme con un calzino al piede, l’altro dov’è? Forse in salotto; la cravatta, c’è, però è annodata ai polsi della signora, l’altro calzino, eccolo, pencola dalla maniglia della porta, una calza lei ce l’ha in testa, l’altra ce l’ha lui infilata in un braccio tipo guanto. Quei bei capelli lunghi erano una parrucca che ora sta sul comodino, no scherzo, ma lei è tutta scarmigliata: il rimmel è tutto colato e sbavato ovunque, quel letto protagonista di una recita straordinaria ora è solo un palcoscenico vuoto. Ecco dove arriva il senso del pudore:
E con terrore ora bisogna almeno andare in bagno per darsi una rimessa a posto. Si entra e si accende subito Radio Tre, dove per fortuna fanno l’Aida, al massimo del volume, in modo da coprire tutti i tipi di sciacquone, di borbottii, della qualunque!
Invece la signora al risveglio, col coraggio tipico delle donne in questi casi, si metterà la prima cosa che troverà sparsa per casa, una rivista, no scherzo, una maglietta, una spazzolata ai capelli e via, preparerà un caffè da offire al mostro che sta uscendo dal bagno. Un mostro circondato da una nuvola di borotalco e da un’aura di litri d’acqua di colonia, che si avvicinerà al tavolo della cucina nella tipica impietosa luce fredda di una mattina senza sole. Sguardo basso come a dire:
- Ma tu chi sei? E io? Che ci faccio qui?
Ecco a cosa serve il senso del pudore, che invece avrebbe suggerito un biglietto da scrivere e da lasciare sul comodino, alle prime luci dell’alba “grazie di tutto,ti chiamo domani”. Perché la vita non è un film, e non ti risvegli mai vicino a Julia Roberts e a George Clooney!
Ma sempre accanto a Franco o a Marisa! Però, attenzione, se si regge all’imbarazzo di questo quarto d’ora, e si mettono da parte i pudori, credetemi: è amore!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

perché ancora esiste l'amore???
DANI

Ric ha detto...

se riesce a non farti sentire l'Aida mentre sta in bagno, si!

Anonimo ha detto...

La vita è meglio di un film.
Federica

Ric ha detto...

Hai sempre ragione!