mercoledì 14 ottobre 2009

Giro di boa


Stamattina si sveglia alle 0730 come sempre, una passeggiata per le vie del centro a cercare se stesso nelle viuzze che conducono ai templi, poi un caffè da Canova col barista juventino ma che serve il cappuccino freddo più buono di Roma. E su un tavolino legge un paio di quotidiani, fa un po’ di spesa, va a prendere la figlia a scuola e pranza con lei.
Il pomeriggio va alle prove, parla, ride, commenta, con i suoi compagni di lavoro. Verso sera torna a casa. Ma una cena lo attende al Bolognese con la moglie e la figlia. Perché quest’uomo oggi gira una boa, quella che non ti permette di tornare indietro perché è la boa più spaventosa della nostra vita, quella del bilancio a consuntivo: che ho fatto, che farò, o meglio che potrò fare? E allora vuole guardare negli occhi la sua famiglia per tirare una somma. Ci sono altre boe in questa regata pazza che stiamo facendo senza motivo, e ognuna di queste si muove come fosse legata a un elastico, a seconda dell’umore che abbiamo le vediamo vicine come una foto macro o lontane come un miraggio. In realtà queste ultime sono quelle più vicino e sono quelle dobbiamo affrontare meglio, le altre anche se le sentiamo ancora vicine, in realtà le abbiamo perse PER SEMPRE. Tanto vale affrontare quelle che ci guardano ancora con un’aria di sfida che dobbiamo raccogliere, l’occhio deve puntarle come una freccia, col trucco che inconsapevolmente abbiamo utilizzato per le altre: l’indifferenza. Solo così potremo arrivare con scioltezza a quelle strambate che ci attendono con un colpo di reni e un sorriso sarcastico. Si, voglio stare al winch come un pazzo che agita quei bicipiti, perché NON VOGLIO FARE ALTRO che girare come due mulinelli quelle braccia, perché io voglio andare avanti, per cazzare o mollare la randa della mia vita! E anzi, adesso alzo anche lo spinnaker!
Stasera giro di boa? Ah ah ah, no... CHAMPAGNE!

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