mercoledì 7 gennaio 2009

7 gennaio


Il 7 gennaio si torna a scuola, allora sono le 0715, suona la sveglia, si accende Radio Due con Ughetta Lanari che da il buongiorno e la musichetta di Bacharach “Do you know the way to San Jose”, (no, non la conosco, chieda alla guardia!) Si fa colazione con il caffellatte e i Gentilini, due novellini con il burro e la marmellata in mezzo, oppure un po’ di ricotta. La cartella è fatta dalla sera prima, un salto dal vapoforno a prendere un po’ di pizza rossa, quella del fornaio, che è un’altra cosa, ma ogni volta ti schiaccia le due facce con il pomodoro l’una contro l’altra e ogni volta non fai in tempo a dirglielo che lui te l’ha già incartata, e già si è rivolto a un’altra signora “Altro?”. Andiamo, si prende l’autobus: l’1, che scende davanti a scuola, la Guido Alessi, si entra di lato, si fanno le scale e alle 8 e mezza entra la maestra, Signora Di Guardo, avete fatto i compiti? Si, ma de che? Al massimo ho letto l’inizio della poesia di Guido Gozzano, “La Notte Santa”:
Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei. Il campanile scocca
lentamente le sei.
E ricomincia tutto: prendete il sussidiario, quanti anni sono che non dicevamo questa parola? Vabbè lasciamo perdere... 1030, la ricreazione, finalmente apro la carta della pizza, che con l’unto ha sporcato tutti i quaderni, la apro, è gelata! Una faccia della pizza è bianca molliccia, l’altra non è rossa, è rosa, tutto il pomodoro è uscito fuori, sta tutto sul bordo della carta velina, me la mangio in un attimo, ma non faccio in tempo che la maestra urla, “Fermi, perché Fabio ha dimenticato la merenda a casa, quindi facciamo “centino”: un pezzetto della vostra merenda per uno a Fabio”, io ovviamente gli do quella bianca liscia come una triglia. Poi si ricomincia fino alle 1230 con il libro di letture, poi il temino: che avete fatto a Natale? Niente! Fine del tema. Suona la campanella, arrivederla! Sbrigati che passa l’autobus, l’1, scambio delle figurine alla fermata dell’autobus, io no calciatori, mia madre non voleva, solo “Vita e Colore”, non la faceva nessuno questa collezione di natura, un emarginato da sempre, sempre ai bordi della società, pure nelle figurine. Poi a casa, ecco pronti i petti di pollo, solo da scaldare, poi niente televisione, non c’era, c’era solo il monoscopio con “tuu”, subito i compiti, non c’era la play. Sbrigati: fai la borsa del nuoto, metti il costume, gli occhialetti, l’accappatoio, l’hai preso lo shampoo? Oddìo la cuffia, ariprendi l’1, sempre quello, scendi quattro fermate dopo la scuola, vai in piscina: “Ma come ti tuffi? Salame! Stenditi con le braccia, comincia 10 vasche a stile, battile quelle gambe, poi a rana, non la mettere tutta la testa sotto, solo fino agli occhi, forza, più veloce, prendi la tavoletta, mettiti dritta quella cuffia! Aho, due settimane che non venite e già vi siete dimenticati tutto, andate negli spogliatoi, ci vediamo venerdi, ciao!”. Fatti la doccia, non litigare, fattela insieme a Luca, che ti frega? Forza, asciugati i capelli che fuori fa freddo, hai fatto merenda? Pane burro e sale, una bomba che se ci proviamo oggi manco una settimana a Chianciano, sbrigati che devi andare a inglese, alla English School, tema: “How I spent my Christmas Holiday”: I went to my uncle to dinner etc etc... poi ariprendi l’1? No, il 39, torna a casa, disfa la borsa, metti l’accappatoio in bagno sul termosifone, se no fa la muffa, hai lavato il costume? Si, con lo shampoo sotto la doccia! Hai fatto i compiti? Si, c’era solo storia, la so la so, no, non è vero ripassa, vienimela a dire in cucina, no dài adesso e pronto: comincia il telegiornale di sottofondo, con Ruggero Orlando da Nuova York. “Che avete fatto oggi? Niente? Come niente? Che ce li mandiamo a fare a scuola questi se non fanno niente? A tavola era il momento più tragico ma poi finalmente ecco la musica più bella del mondo: Carosello. Ma non fai a tempo a riconoscere l’ultima scenetta che è già finito e arriva l’urlo: A LETTO DOPO CAROSELLO!
Era il 7 gennaio, ma del 1973!

2 commenti:

stefania ha detto...

a ricca', che ricordi... ho letto tutto d'un fiato

mancherebbero solo i due pomeriggi con le lezioni di piano, proprio dietro la fermata dell'1, che te lo scrivo a fare!

E' tutto vero..., però pensa, non c'era il tempo pieno, come si farebbe oggi?
bravo, ciao tua sorella

Anonimo ha detto...

Bellissimo!!!