venerdì 29 maggio 2009

Donne che vanno a cena fuori


L’altra sera durante la partita Cagliari contro Santa Sede (a vedere le maglie, questo sembrava la finale) in tutta Italia si sono verificate cene separate, gli uomini con gli uomini e le donne con le donne, nella fattispecie gli uomini a casa con le pizze, e le donne fuori al ristorante con le amiche. Chi si è divertito di più? Vediamo: gli uomini tra di loro si saranno fregati le mani pensando alla bella serata che li aspettava senza le mogli per vedere la partita, tutti vestiti sbracati, in mutande e zoccoli. Per cena, tra il primo e il secondo tempo, tranci di pizza a taglio, supplì, olive ascolane, filetti di baccalà, tutta roba unta e soprattutto fredda perché non c’è nessuno che te la riscalda. Ovviamente tutto annaffiato da birra gelata, almeno quella, che solidifica il tutto nello stomaco in un monoblocco di ghiaccio che provvederà a dare il colpo finale a quel povero fegato appesantito da un intero inverno di Champion’s. Dopo la partita, e i commenti scemi con gli amici, anche a base di sms con quelli che non sono potuti venire, si parla finalmente di donne, non le mogli ovviamente, ma quelle impossibili. Quelle che non li guarderanno mai una volta nella loro vita, quelle che passano durante le pubblicità, tutte le giornaliste, quello che non succede quando arriva Ilaria D’Amico:
- Mamma mia che je farei...
Ma che le faresti? Eh? Ma quando mai la conoscerai, ma quando mai ti rivolgerà non dico la parola ma almeno lo sguardo? Passa un promo con la Marcuzzi?
- Aho, ma questa più passa il tempo, più diventa bona, ma com’è?
e ricomincia il tormentone:
- Mamma mia che je farei...
Finiti i commenti assurdi, chiusa la televisione, tra tutti gli uomini passa uno sguardo cospiratore:
- Ragazzi, la facciamo una follia? Chiamiamo una che ci fa la lap dance a casa??
Tutti si guardano trepidanti ed eccitati come lupi, ma poi: “no, ma come fai, ma lascia perdere, ci arrestano...” e poi si prendono in giro: “tu muori, a te viene l’infarto, ma lascia perdere, ormai è tardi, arriva tua moglie, no no, andiamo a casa ciao...”. E la serata finisce con uno saluto triste, avvilito, senza speranza...
Dissolvenza sulla cena delle donne. Si sono vestite carine, sempre e comunque, hanno prenotato in un ristorante, e hanno parlato, semplicemente, questa è la cosa bella, tra di loro, di tutti i loro problemi ma senza lamentarsi, no, anzi scambiandosi informazioni su come risolverli meglio. Hanno mangiato bene, pulito, un bel piatto di spaghetti pomodoro e basilico, un bicchiere di vino, hanno commentato con garbo il cameriere carino che le serviva al tavolo e pur potendolo sedurre in due minuti non lo hanno fatto perché loro pensano comunque ai loro mariti scemi che stanno a casa, e queste cose non le prendono nemmeno in considerazione. Pagano il conto e se ne vanno a prendere un gelato o addirittura un drink e, se vogliono, pure a farsi due salti in un locale e solo quando sono stanche ma felici e divertite tornano a casa, e chi trovano? Una bestia che russa sul divano, per terra un ammasso di lattine vuote, cicche, tovagliolini di carta ovunque. Loro guardano impietosite quell’orso, lo lasciano dormire, aprono solo la finestra per cambiare l’aria pesante, gli danno anche un bacio, chiudono piano la porta e vanno a dormire, da sole...
Queste sono le donne che vanno a cena fuori.

3 commenti:

Fabietto ha detto...

A Ricca' te prego non fa' l'amico delle donne !!!!!!!

Sara ha detto...

No no, fallo l'amico, sembri uno dei pochi ad aver capito!! :-)

Giuditta ha detto...

Bellissimo post, ma da donna ti dico che tante volte apprezzo la capacità di divertirsi che solo gli uomini hanno, quella spensieratezza adolescenziale che fa innervosire tante donne. Perchè io a cena con le amiche devo sorbirmi solo discorsi sulle problematiche di coppia a e non posso farmi una sana risata? Perchè mi si devono contare le volte che chiamo o non chiamo le amiche invece di apprezzare che quando ci sono è perchè voglio esserci? Spensieratezza e profondità possono andare di pari passo e l'una senza l'altra rendono la vita a tratti pesante o superficiale.