martedì 3 novembre 2009

L'amica di Keith Emerson


Ieri 2 novembre, i morti, era il compleanno di Luchino Visconti, cui piacevano i crisantemi proprio perché gli ricordavano il periodo del suo compleanno e se ne circondava fregandosene del fatto che sono i fiori de “i morti” e invece sono bellissimi, andateli a comprare e se qualcuno vi dice “ma sono i fiori dei morti” gli rispondete con Visconti. Ma era pure il compleanno di Keith Emerson, il mio mito personale dopo averlo visto nella sigla pazzesca di Odeon (la regia era di Marcello Avallone), “Honky Tonk Train Blues”.
Ho cercato di conoscerlo in modo maldestro grazie allo stupido consiglio di Enrico Stinchelli. Allora: 1980, io ancora 17enne, sul Messaggero leggo che Emerson è a Roma per presentare la colonna sonora di “Inferno” di Dario Argento. Sta al Raphael, albergo divenuto in seguito famoso per altro, invece di precipitarmi e aspettarlo là davanti come si fa in questi casi, do retta a Stinchelli, che mi dice:
- Prendici un appuntamento per un'intervista e ci parli quanto ti pare, no?
Prendo mia madre, perfect english speaking, e la obbligo a chiamare Keith Emerson, con il sussiego degli anni 50 mia madre riesce a farselo passare e a prendere un appuntamento “certo, ma lei deve parlare con la mia ufficio stampa che senz’altro non le negherà un’intervista per questa rivista musicale per ragazzi...”
Ergo? Niente. Cosa avrei detto a una che avrebbe capito all’istante che non ero un giornalista ma un mitomane? Però mi rimane la cassetta BASF da 90 con la telefonata tra mia madre e Keith, vuoi mettere?
Keith Emerson, oggi 65enne, dal suo sito invitava, in questi giorni, alla proiezione proprio di “Inferno” dove lui ha presenziato insieme a un’attrice del film e c’informa che il biglietto costa 7 dollari e comicia a mezzanotte. Sta pure su Facebook (!) e ha 3143 fan ma solo in 6 gli fanno gli auguri, ai quali aggiungo ora i miei: tanti auguri Keith, non dimenticarmi! In fin dei conti hai parlato pure con mia madre!

1 commento:

stefania ha detto...

..."Thank you, Mr. Emeron, and sorry to have disturbed you..."; perché tu non lo ricorderai, ma la frase conclusiva della telefonata fu proprio questa|

Risentiti la Basf!
Ciao stefania

quanto mi fai ridere