martedì 24 aprile 2012

Quando torni a casa presto la sera

Quando si torna a casa presto la sera c’è un momento che non appartiene a nessuno: è quell’orario compreso tra la sera che sta finendo e la notte che non è ancora cominciata. Insomma, un’altra zona grigia terribile: ti sembra che tutto quello che hai fatto oggi non sia servito a niente e quindi cadi nella trappola del bilancio, delle domande, dei dubbi. La testa comincia ad avvilupparsi su un passo di vite che non porta da nessuna parte, cominci a notare quello che ti circonda e ogni cosa ti fa riflettere. Guardi quei due ragazzi che sulla strada stanno litigando, per cosa ti chiedi, lui fa gesti veloci con le braccia, lei lo guarda in silenzio e pensi che sia una sciocchezza e probabilmente è vero...
Due signori, lui con il cappotto e lei con una pelliccetta, tornano a casa dal cinema delle 8, si saranno mangiati una cosetta prima del film e tra poco andranno a dormire...
Due spazzini stanno preparando le cose da far raccogliere al camioncino che li segue muovendosi lento e con la coda di macchine dietro che non riescono a superarlo. Tu lo incroci nell’altro senso e ti accorgi dello sguardo dell’autista fisso sul volantino e pensi che quell’uomo conosce quella strada come forse nient’altro nella sua vita...
In un negozio due commesse stanno allestendo la vetrina del giorno dopo, avranno lavorato tutto il giorno e stanotte gli tocca pure fare tardi lì dentro in mezzo a manichini dalle taglie impossibili...
Gli studenti di una classe in gita stanno facendo un coro per farsi coraggio in una città di cui non ricorderanno niente fino a quando non ci torneranno per lavoro e solo allora potranno dire “io qui c’ero venuto per i 100 giorni!”.
Un tipo che non sapresti dire come è vestito cammina smanettando sull’iPod per cercare una canzone che possa accompagnarlo per il resto della notte. Ti viene in mente che ne hai uno anche tu dietro e ti sembra la soluzione a questa sera che non vuole finire e diventare notte per farti dire che anche oggi è passato. Ma mentre lo cerchi il taxi si ferma a un semaforo e vedi un uomo vestito da lavoro, con il trench alzato sul collo, ti spaventa, perché ci metti un secondo a riconoscerlo: sei tu. Dici all’autista che va bene anche qui e guardi il tassametro, preparandoti a lasciare una mancia che non importa perché stasera non ti va di aspettare il resto. E fai quegli ultimi passi verso casa, con un po’ di musica nelle orecchie, butti un altro sguardo addosso a questa città che chissà perché stasera non ti sembra amica. Perché questa sera sei tornato a casa presto.
Da solo.

16 commenti:

Celia ha detto...

Un bellissimo scorcio di malinconia!Grazie.

AD Blues ha detto...

Come sempre...
Almeno per me :-(

Grazie Ric, un bel racconto!

---Alex

Paola ha detto...

davvero una bellissima pagina. adoro il tuo blog :-)

Maurizio ha detto...

Una bella pagina malinconica ... che mi stupirebbe molto fosse autobiografica, perchè è lontana dalla tua ironia e dalla tua positività! ;-)

Anonimo ha detto...

Il momento che non appartiene a nessuno, o l'ora che non si adegua a niente è la migliore: è quella dove sei solo con te stesso, puoi starci male se poco abituato a parlarti dentro ma è di sicuro unica e solo tua.
Nelly

Anonimo ha detto...

che malinconia mi hai fatto venire!!!

p ha detto...

siamo proprio...uguali. Ci sono certe cose che si percepiscono solamente "da soli".
Ma ce ne sono altrettante che sarebbe altrettanto bello condividere. Ma con chi?
P

grilletto salterino ha detto...

Oggi sei anche più malinconico di me ...

Maria Chiara ha detto...

Bellissimo...
Grazie.

Anna ha detto...

Malinconico e unico !Baci Riccardo.
Anna

Chumani ha detto...

La malinconia è un sentimento dolcissimo e struggente, se dura solo il tempo di un'ora di passaggio vale la pena di assaporarlo.

Bea ha detto...

Bellissimo post..un pò malinconico ma molto bello!
Io ti ADOROOOOOOO!
un bacio
Bea

Anonimo ha detto...

Momenti di trascurabile felicità di Francesco Piccolo Einaudi

n

io ha detto...

Dolcemente malinconico ...... Poi arrivi a casa e ritrovi il tuo nido, la tua intimità ...i tuoi libri..e perché no, la televisione e ti rilassi perché pensi che in fondo non sei solo ...o che lo sarai ancora per poco.
Ciao Anna (ammiratrice sfegatata)

Emanuele Capoano ha detto...

Che bello leggerti! Sembra ascoltarti.

Rose ha detto...

mesto,decisamente mest..a ..la tua anima, Riccardo..
eppure..le parole da Te scritte, hanno un brillio..seppur spento..si muove..nel cielo,sino a raggiungere le timide Stelle..
un pensiero..brillante..d'avorio,

Rose.