mercoledì 22 febbraio 2012

Un uomo e Sanremo

Dietro gli ascolti dell’ultimo Festival di Sanremo ci sono litri di Prosecco, di Franciacorta, di qualche champagne, ormai cimiteri di bottiglie per il riciclo, chili di pasta, formato corto, condita con sughi pratici per non schizzare su vestiti, centinaia di buste d’insalata (inutilizzata), decine di cabaret di frappe, sigarette, vodke, limoncelli. Tutti consumati in questa settimana di 5 serate vissuta in una girandola di inviti come nemmeno a Natale, gole roche per i commenti live con gli ospiti a casa e polpastrelli consumati da sms e tweets lanciati nell’etere per commentare con gli sconosciuti dei social network. Sanremo è finito. E pure noi. Siamo a pezzi, e riprendersi non sarà facile: servirebbe una settimana in una beauty-farm, ma molto più probabilmente ci accontenteremo di una zucchina lessa e acqua naturale per un paio di giorni, più per prenderci in giro che per rimetterci in forma: non vediamo l’ora che arrivi Pasqua! Chi non ha bisogno di riposo perché abituato alle maratone nel senso stretto del termine è Gianni Morandi. L’ho conosciuto durante una trasmissione su Radio Due: eravamo ospiti entrambi e per lui avevo scritto un pezzo sulla sua invidiabile forma fisica ottenuta però a caro prezzo con una dieta ferrea che non ammette distrazioni di nessun tipo e che noi non potremmo mai permetterci. Gianni ascoltò il pezzo divertito (meno male) e anzi mi seguiva partecipando. Alla fine, come da scaletta, mi chiedono una sua canzone da mandare in onda e io chiedo “Varietà” di Lavezzi-Mogol. Gianni si sorprende del titolo scelto (ognuno ha la sua preferita) e la musica parte, ma mi prende un braccio e mi dice: “Dài, cantiamola insieme!”. Lasciamo perdere l’esito della performance, ma Morandi che mi suggeriva le parole strofa per strofa accompagnandomi tra le pieghe melodiche di quel pezzo è stato esattamente quell’uomo che poi ho visto quest’anno a Sanremo: accompagnare con un sorriso tutto quello che gli stava succedendo attorno. Ma avrete notato come a un certo punto della serata abbiamo pensato: “Ma Gianni è stanco!”. Perché, noi no? Eravamo stravolti dalla stanchezza e vederlo lì in mezzo a quella maratona sembrava quasi di sentirlo dire: “Dài, amici, restate con me, tra poco è finito e ce ne andiamo tutti a casa!”. Ora che Sanremo è finito e noi con lui, rimane una sola raccomandazione: fatelo come volete ma un po’ più corto, perché Gianni è allenato e fa 1000 km all’anno di corsa, noi ci facciamo 1000 litri di prosecco, ma poi andiamo a dormire!

5 commenti:

Betty ha detto...

eh già...proprio quello che ho pensato anch'io!!!
Sei grande Riccardo!!!

Raicabua ha detto...

Ciao Riccardo

Basterebbero tre serate! Ognuna con un presentatore diverso. Per la categoria big, proporrei un big che ha appeso le corde vocali al chiodo ma che si difende ancora bene quando viene chiamato in causa, che ne so, Massimo Ranieri per esempio.
Per la categoria giovani, un giovane colorato tipo il cantante dei negramaro. Poi per la serata finale, presentarlo in coppia, duellando con gli artisti senza fare il solito presentatore. Formula tipo Grammy!

dario trieste ha detto...

il problema e'che Sanremo lo si segue in una sorta di coma vigile e per scuotersi nulla di meglio che aprire il frigo, una bottiglia, due fette di salame...5 giorni fanno quasi un chilo al giorno preso quindi peggio di Natale che in due giorni passa.

Ella ha detto...

Riccà...sincera....il post è lungo,ti stravoglio bene ma adesso nn lo elggo,ma a fiducia ti dico è tutto vero :D io ho seguito sanremo in compagnia di twitter,e ti dirò che nn è mai stato così divertente!!!
bacioooo

CharlieB. ha detto...

Anch'io quest'anno ho seguito Sanremo con twitter a portata di tastiera...lungo lungo, sì, l'ultima sera però han corretto il tiro: tutte le canzoni subito, poi via di cazzeggio! Prosit al recupero pre.pasquale!