venerdì 16 dicembre 2011

Guerrucci, l'uomo che sussurra agli stereo


A Roma, in Prati, c’è un posto che andrebbe scolpito nelle rubriche di tutti. È a Via Simone de Saint Bon, ammiraglio (ce ne sono molti a Prati), con una scritta anonima sull’insegna: Assistenza HI-FI. Entrare in quell’antro e uscirne stravolti è un’esperienza che non si dimentica. Perché lì dentro si riparano gli “stereo”. Ma certo, chiamiamolo ancora una volta così, come quando ce lo regalarono al liceo, quell’insieme di giradischi, amplificatore, piastra e casse acustiche, che collegato da cavetti, ci ha fatto sentire la musica che ci piaceva e che ha formato il nostro gusto, come mai più niente ci è riuscito. Non è un’assistenza come siamo abituati a vederle oggi (basta dare il codice e ti sostituiscono TUTTO il telefonino). No, qui dentro ancora si riparano oggetti meravigliosi di un’altra era tecnologica persi nello sgabuzzino di casa. E chi ci riesce è un uomo, Mario Guerrucci, uno di quegli uomini che, cosa rara oggi in tutti i campi, sa dove mettere le mani, e quindi parla italiano con i condensatori, i transistor, i circuiti integrati, conosce le unità di misura, i watt, i Farad, gli ohm, conosce i pezzi, le cinghie, i cursori, piegandoli alla sua volontà per restituirceli di nuovo funzionanti. Andarci per portargli un giradischi bloccato o un amplificatore muto non è frustrante, perché raramente Mario risponde “No, non si può, non lo so” come oggi qualsiasi negoziante risponde. Male che va gli può scappare un “vediamo che si può fare” che c’illumina di speranza, o più spesso un “chiamami la prossima settimana!”. La moglie Maria Grazia, l’ancella di guardia all’antro, sferruzzando una sciarpa senza fine, raccoglie tutti gli sfoghi dei clienti del tipo “funzionava tanto bene da decenni e poi puf!, si è rotto!”, dà una ricevuta e congeda velocemente. Riparare lo stereo è un viaggio dentro noi stessi perché in quegli scaffali allineati uno per uno in verticale ci sono centinaia di “pezzi” che se potessero parlare racconterebbero di come, sconquassati da acne giovanili, mettevamo trepidi il braccetto su un disco dei Pink Floyd, sperando che in 14 minuti la biondina del “I A” ci stesse, o di quando il nostro Luxman da 35 watt per canale sparò tutta la sua potenza al massimo dalle Indiana Line sulla nostra versione di Tacito, uccidendola, poveretta. Questi strumenti una volta riparati da Mario (e che se non ritirati dai soliti pigri rischiano di diventare lapidi al cimitero) custodiscono ancora quelle sensazioni e sono pronti a ridarcele con la stessa fierezza anche oggi. E sapete perché? Perché FUNZIONANO!

16 commenti:

cascatino ha detto...

Pura poesia analogica.
Mi sono commosso perchè condivido (e ho vissuto) ogni riga scritta.

dabogirl ha detto...

come al solito descrive Roma in maniera emozionante.

Anonimo ha detto...

ma si può essere più grandi di così, Riccardo sei supremo!

Lux

Ric ha detto...

Thanks a lot!

missabbot ha detto...

Grazie a Fiorello ho scoperto il tuo blog. Hai una vera grazia nello scrivere, complimenti. Questo blog su Guerrucci è commovente. Io fortunatamente non ho mai avuto l'acne ma il braccetto su un disco dei Pink Floyd l'ho messo molto spesso e capisco il senso di sapere che esistono ancora persone che sanno dare un valore alle cose. Bravo Riccardo, devo dire che la tv non ti fa giustizia, sei molto meglio qui.

La civetta miope ha detto...

Stamattina dopo aver letto il tuo blog, ho deciso di provare il vecchio giradischi di mio babbo...si, ho sempre adorato i pink floyd, ma la mia età mi ha impedito di scoprirli su vinile...e devo dire che "Hey you" con quell'effetto graffiato è sublime..Semplicemente grazie!!!
Però ho una paura di far fuori la puntina, non sono molto pratica...

Francesco Veraldi ha detto...

Che Ricordi! Forse anche questo post vi ricorda qualcosa: "Musica senza profumo" http://aiuaiu.blogspot.com/2010/11/la-musica-ha-perso-il-profumo.html

Francesco Veraldi ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

oh riccardo, mi servirebe a FI un negozio del genere, dopo 2 decadi mi ha abbandonato il mio stereo che ha sopportato non so quanti traslochi. Ora è li, spento, in attesa di un'isola ecologica che si prenda cura di lui. Però non è solo, gli fa compagnia un TV a tubo catodico a 14 pollici..anch'esso sopravvisuto a traslochi infernali, botte, cadute etc etc. che tristezza.....
PS ieri a FI ho visto un bellissimo negozio: RIPARAZIONE ABITI!
BUONA DOMENICA!!

Unknown ha detto...

io sono una di "quelli pigri"...(in generale nella vita)

Anonimo ha detto...

Caro Riccardo, esiste una copia identica del negozio descritto nel tuo articolo anche quì a Milano e proprio grazie a questo negozio il mio "stereo" pioneer targato 1978è rinato esattamente 15 giorni fa, sai quale è stato il primo vinile che ho messo?...figli delle stelle di Alan Sorrenti, da quei silenzi alternati a note di pianoforte e l' emozione che cresce ancora quando la chitarra entra a farla da padrona, che emozione!!!!!

Ciao Ric e Buon Natale a te e a tutti quelli che ti vogliono bene ( e siamo in tanti).
Maurilio da Milano, quello che esattamente un' anno fa a F. e F. ti ha dato consigli sull' alibi!!!

Debora ha detto...

Ho vissuto anni nello stesso palazzo, un luogo affascinante, funzionale, essenziale per chi, come me, possiede uno stereo vero!
Debora

Andrea Brandi ha detto...

Questo pezzo è una meraviglia assoluta. Quanto avrei voluto vivere avvolto nella calda e analogica musica di una volta!! :)

nino ha detto...

incredibile. allora ne esistono ancora!!!

Unknown ha detto...

Grazie a questo post, sono venuto a conoscenza di questo negozietto per riparare un vecchio Luxman PD262. Vediamo come andrà a finire...

antonio urso ha detto...

i miei marantz e il mio thorens....ringraziano