mercoledì 21 dicembre 2011

Aria di Natale never again


L’aria di Natale è un bluff. Non esiste, si sa: non ha un odore, non ha un nome vero e proprio, non ha un indirizzo, non ha niente, non esiste. Basta. Allora vorrei sapere di cosa stiamo parlando quando un amico incontrato per strada ci dice “Quest’anno l’aria non la sento, boh, chissà perché...”. In realtà sono anni che non la sente, perché quando ancora l’avvertiva andava in giro per negozi con i guanti a manopola stretti nelle manone calde dei suoi genitori e chiedeva ogni 5 secondi “questo lo chiedo a Babbo Natale, e pure questo, e pure questo!”. I genitori lo strattonavano via dalle vetrine e con gli occhi dicevano al negoziante “passo dopo”. A scuola preparava tanti pupazzetti con la maestra, faceva i disegni della slitta di Babbo Natale e imparava che non erano cervi quelli che la tiravano, ma renne! A casa aveva preparato l’albero: un abete piccolo ma vero, quelli di plastica ancora non esistevano, con le palle di vetro, ne rompeva una all’anno se andava bene, rendendolo negli anni sempre più spelacchiato. A passeggio una zia lo portava a vedere le mostre dei presepi napoletani ma lui non li capiva e preferiva quello di casa con le casette con il tetto storto, le pecore piccole che s’incastravano con l’erba fatta di muschio, il cielo di carta viola scuro con le stelle dorate. Mentre il nostro amico comincia a piangere passa uno zampognaro, o quello che ne rimane, cercando non di suonare (mica lo sa fare!) ma d’imitare male un “Tu scendi dalle stelle” per sentire che esce fuori da quella bestia di zampogna lacera e consunta. Un ottimo pretesto per finirla con questo suo sfogo e salutarlo. Ma all’angolo, a UN angolo (non a tutti come oggi tutto l’anno) c’è un caldarrostaio indiano e già che ci sei gli lasci un foglio da 10 euro, ti bruci la lingua, la castagna non sa di niente, una ha il verme, una è dura, ti sporchi la mano, non sai dove buttare il cartoccio. Allora entri in un negozio fai una fila di mezz’ora alla cassa per comprarti il cd di Bublé con le canzoni di Natale, torni a casa e magari qualcuno ti apre la porta. Mentre lo infili nel lettore dài un sguardo in salotto, fa un bel calduccio, l’albero finto è tutto acceso, sul cellulare cominciano i primi sms cui non risponderai e tra le mail ci sono soltanto auguri di gente che non conosci. Ma dalla cucina viene l’odore del brodo per i tortellini e mentre lo avvicini alla bocca, rovente, pensi che dell’aria di Natale dell’amico tuo tutto quello che rimane è un brodo caldo. E va bene così. Tanti auguri!

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo Natale, come tante altre cose,è presente solo nei bambini.

Elim Garak ha detto...

Riccardo... post bellissimo, come sempre, però "Un'angolo" proprio no.
;-)

Anonimo ha detto...

Caro Ric ,da noi troverai sempre il brodo con i tortellini di Gargani e anche l'affetto e il calore di noi che ti vogliamo tanto bene:Maurizio,Paola,Rocco,Poldo e GEMMA! Passa un Buon Natale Ric e l'Anno Nuovo sarà meraviglioso.

federico castelnuovo ha detto...

E comunque per me il Natale e' " una poltrona per due" su Italia1 !

Anonimo ha detto...

Da me quest'anno si sono viste poco le castagne, e queste non emanavano nessun profumo. Sinceramente non mi sono soffermato a guardare chi era a cucinarle, ma quello che posso dire è che fino agli anni passati, per le piazze di Padova si sentiva "l'aria dl Natale". Forse essa non è altro che un'emanazione dei nostri sentimenti, è un po come le fate, bisogna crederci perché esista.

Anonimo ha detto...

Oh Riccardo l'aria di Natale esiste solo in certi luoghi. Ricordo con affetto i miei inverni Gressonary (per lavoro ero li) il primo anno c'era cosi tanta neve ma cosi tanta, che le giostre dei bambini si rividero a stagione finita... è incredibile come cambia un paese con o senza neve, non ti raccapezzi più dove sono le cose e le strade dopo che per mesi hai avuto sotto i piedi due metri di bellissima neve! Comunque: il mio albero è vero, poi tenterò di traslocarlo in campagna dai miei. Ho rotto 4 palline come da tradizione e come da tradizione ne ho comprate altre.
Per i tortellini: mia mamma mi ha detto che ha sacrificato una gallina del pollaio per il brodo di Natale, un'altra sarà sacrificata a Pasqua, le altre moriranno di vecchiaia....
BUON NATALE DALL'ENNESIMA SCONOSCIUTA FIORENTINA!!!
Sabrina

cascatino ha detto...

L'aria c'è.
Ma non si vede.

Auguri a tutti!

Unknown ha detto...

E pure quest'anno c'é la famosa aria di natale....
Dopo tanti anni di difficoltà, questo natale me la voglio proprio godere... e ho capito che la facciamo noi tutta questa atmosfera...
Il profumo di dolci, di brodo, di arrosto, di pesci. I pacchettini, i nastrini .... e una cosa fondamentale fa tanto natale...
La Serenità.......
Articolo raro... ma fondamentale per un Buon Natale.
Allora ti auguro un natale con tanta serenità.
Un abbraccio.
Thais.

Ric ha detto...

Corretto il typos, grazie a Elim!

Ric ha detto...

Per Federico: "perché? Frank Capra, noo?"

Anonimo ha detto...

Eppure mai come quest’anno si potrà cogliere l’aria natalizia, ricreare quell’atmosfera di dignitosa indigenza che ci raccontano i testi sacri nel riportare la nascita di Cristo. Gesù e famiglia puzzavano di povertà, ma in fondo non è questo l’odore del vero Natale? E allora esultiamo perché potremo scoprire il Natale nella sua essenzialità! (non è cinismo ma solidarietà verso i poveri e i nuovi poveri)

silvia ha detto...

per me Natale è il coronamento dell'attesa di qualcosa di buono: tutto sta ad avere qualcosa di buono a cui aspirare. punto.

Unknown ha detto...

Io invece lo sento il Natale, non negli odori, non nelle lucine che impiastrano i balconi dei miei vicini ma nella risata cristallina del mio bambino che ogni giorno fa il conto alla rovescia per sapere esattamente quanto manca a Natale. Stasera, mentre "faceva colazione" col latte e i cereali prima di andare a dormire, abbiamo ascoltato le canzoni di Natale cantate da Frank Sinatra. E vi assicuro che guardare quel bimbo cantare in inglese "gramelot" e non piangere è stata un'impresa parecchio ardua.

valeria ha detto...

...e dentro quel brodo caldo però c'è tutto il sapore, l'odore e il ricordo della tua infanzia, è maledettamente triste, nostalgico ma anche maledettamente bello!...il natale è una magia,come non ce ne sono altre uguali, godiamocelo anche con tutte le nostre malinconie...BUON NATALE!!!:-)

Anonimo ha detto...

Volevo agugurare a chi dedica la propria vita agli altri un Natale sereno ringraziandolo per quello che fa, volevo poi augurare un Buon Natale riflessivo a chi fa del male ricordandogli che prima o poi troverà sulla sua strada un altro come lui, Buon Natale a tutti i bambini che non vedono l' ora di aprire i loro doni e poi Buon Natale a te Ric perchè ci fai riflettere, sognare e sopratutto... sorridere!
Buon Natale

Maurilio GOTZ

p.s Buon Natale anche a tutti quelli che mandano gli auguri indistintamente e automaticamente a tutta la rubrica del cellulare.....vi odio... ma auguri anche a voi!

pat ha detto...

Per me l'aria di Natale di quest'anno è stato il piacere di ritrovare l'odore di quel muschio appena colto per fare il presepe ai miei nipoti. E' profumo umido, penetrante, non va via.
Lo stesso del muschio che raccoglievo in pineta con il mio babbo decenni fa...
Non è come quello del brodo magari di cappone ma per quest'anno è così...

Anonimo ha detto...

...dimenticavo: Buon Natale Ric e grazie di esistere
pat

Anonimo ha detto...

Proprio ieri a Pazza si Spagna c'era il caldarostaro indiano e le caastagne nemmeno profumavano; a piazza Navona sembrava di stare nelle redivive giostra dell'Eur e dentro al Pantheon,mentre c'era l'adorazione del Bambinello,i flash impazzavano e la fila dei turisti faceva cadere a terra i pioli di metallo delle transenne. Eh no. Non l'ho sentita neanchio l'aria di Natale.

Mariarosaria ha detto...

Quest'anno il regalo più bello per il Natale l'ho ricevuto da Rai tre: hanno trasmesso Scrivimi fermo posta di Ernst Lubitsch con un meraviglioso Jimmy Stewart; quel film m'ha fatto risentire l'aria leggera e candida del Natale!