lunedì 7 novembre 2011

Oro puro


“ORO PURO”, così Walt Disney definì il suo cartone animato realizzato nel 1942. A cosa si riferiva? Alla storia del cerbiattino che crescendo attraversa la sua linea d’ombra sopportando addirittura la morte della madre (ed è per questo che dovrebbe essere vietato ai minori di 18 anni) e che alla fine del film diventa rispettato come il padre? O forse si riferiva agli amici che Bambi si ritrova accanto, come Tamburino? O forse alla spensieratezza di quei giorni felici quando il problema più grande della sua vita era imparare a pattinare sul ghiaccio? Mah: fatto sta che con la parola “oro” si definisce qualcosa di prezioso e con la parola “puro” qualcosa d’incontaminato. Quindi forse è così che dovremmo definire gli anni della nostra vita che vanno dai 10 ai 14, gli anni in cui un cervello riesce a far coesistere la purezza di certi ragionamenti con le prime belle deduzioni coscienti. Anni che rimpiangeremo quando guardando una foto ci riconosceremo per quello che saremmo diventati senza saperlo. È per questo che quando oggi si ascolta un ragazzino di quell’età è difficile restare indifferenti ai suoi ragionamenti, quali che siano, perchè sono impastati di una grazia irripetibile e disarmante, e anche perché non sono ancora “sporcati” dagli ormoni. Eppure per Disney furono anni d’inferno, non se lo filava nessuno, andava in giro a portare disegni a destra e a sinistra con idee che allora sembravano assurde. Ma da uomo, anni dopo, si ritrovò a passeggiare in una città da lui costruita e che portava il suo nome: Disneyland! I fatti quindi gli hanno dato ragione. Mi chiedo quindi se c’è un’età per dire “io questo non lo posso più fare”? Esiste un’età perché si smetta di sognare che una città possa chiamarsi come te? Io dico di no, perché quell’oro che una volta ci brillava in faccia adesso si è semplicemente spostato. Dentro di noi. Trovarlo non è difficile: si tratta di “recuperare” quello che ci piaceva veramente a quell’età e sentire se ancora lo apprezziamo. Se la memoria non aiuta (ormai il nostro “hard disk” si sta riempiendo sempre di più) tocca prendere tutti i libri che si hanno e tenere SOLO quelli che ci piacciono ancora, che ci ricordano qualcosa o che stimolano la nostra curiosità. Stessa operazione per dischi e cd, vestiti, oggetti, ricordi, mobili, pentole, tutto! Sono questi oggetti che, in un modo o nell’altro, ci hanno costruito aggiungendosi come una seconda pelle al nostro carattere, quello di “default”, quello del DNA per capirci. Bene: in quel che rimane c’è il NOSTRO ORO, intatto, è lì che risiede quello spirito che ancora oggi ci commuove mentre riguardiamo una foto dai colori sbiaditi con un colletto della camicia assurdo e un taglio di capelli improponibile. Avere la propria scorta d’oro personale ci solleverà dal piombo degli ultimi anni.
Tra l’altro l’oro, di questi tempi, vale molto: in un anno è passato da 1424 a 1745 dollari l’oncia, rendendo quindi il 26 % in più. Poco?

8 commenti:

Brunella ha detto...

L'oro ha acquisito un prezzo più alto, ma nessun prezzo può ripagare i nostri ricordi, le nostre sensazioni, le gioie e pure i dolori che ci hanno plasmato e resi quelli che siamo.
Sì, la sobrietà nel possesso degli oggetti è indice di essenzialità e di capacità di attribuire valore a ciò che conta, e per noi, cresciuti nel paradiso del consumo sfrenato che sono stati gli anni 80 è una bella conquista!
Un grazie per tutti gli spunti di riflessione che ci sai regalare, scritti con grazia e freschezza ...da early teen ager! Bru

fruttacandita ha detto...

mannaggia, blogspot mi ha cancellato il commento. vabeh, lo riscrivo.

...dicevo che ho 35 anni e non mi sono mai fermata a guardare indietro fino a qulache mese fa quando, entrando all'oratorio dopo secoli mano nella mano col mio bimbo quattrenne, ho avuto un'epifania talmente forte da decidere di scrivere sul mio blog una storia di quando io e i meii amici avevamo 14 anni. Sono stata travolta dai ricordi che sempre più pressanti tornano a galla. Quello era il mio oro puro...

Anonimo ha detto...

il mio oro a volte l'ho dimenticato perdendomi dietro a cose inutili e futili .... per fortuna è rimasto lì consapevole che sarebbe tornato a risplendere.
Grazie per la condivisione di pensieri e parole che evocano emozioni vere.

Betty

La bariòta che vive hygge ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=qmLhSUWJfpY

(circa a metà filmato)

mi hai ricordato le emozione del ritrovare le immagini del passato, la propria infanzia, al cinema..
Davanti un film così semplice da arrivare dritto dritto al cuore, scegliendo una via privilegiata: i ricordi.

Anonimo ha detto...

...finalmente non sono più la sola a pensare che Bamby sia un film da vietare ai più piccoli! Voglio un 5 anche io come la socia di spot...
In quanto al resto, che dire caro Ric? Riesci sempre a toccare certe corde tu...certo, sono di oro puro.
Nessun commento. Così impari!!!
pat

Sara C. ha detto...

La Disney dovrebbe mandare buoni per lo psicanalista, come se gli anni che passano e le famiglie non facciano già abbastanza danni, ci si è messo pure lui, zio Walt, a traumatizzare intere generazioni con Bambi (e Dumbo. Dove lo mettiamo Dumbo???).
L'oro che abbiamo dentro al cuore (bellissima immagine) per me è dato dallo spirito di sopravvivenza, che ci rende umani, simili e migliori.
Sara C.

silvia ha detto...

bravo...non c'è male :)

SS ha detto...

Splendida riflessione. Nel fine settimana farò "pulizie". SS