lunedì 5 settembre 2011

Un tè avvelenato


Prima di fare il conto di quel che rimane di quest’estate 2011, arriva pelo pelo l’ultima follia che ci permette di chiacchierare con gente che conosciamo poco in una delle prime cene pre-autunnali, prove generali di quelle che ci vedranno sicuri protagonisti. Si tratta dell’idea della Twinings, uno dei marchi più belli del mondo, di cambiare la formula a uno dei suoi tè. E fin qui va bene: possono farlo. Ma se decidono di farlo al principe dei tè, e cioè all’EARL GREY, l’unico tè che ti fa sentire ricco anche senza una lira, come se avessi a casa Anthony Hopkins come maggiordomo anche se non hai i soldi per cambiare la candela al motorino, allora capisci che a Londra davvero non hanno niente di meglio da fare. Ma insomma! L’Earl Grey NON si tocca, perché è un’icona e basta, troppi ricordi ancora evoca quella scatola in metallo vicino al malto Knapp nella cucina in casa dei nostri genitori. Ma non è certo una novità il tentativo industriale di provare a farci cambiare le abitudini, o meglio i “gusti” delle nostre abitudini (se solo pensate a cosa non succede ogni volta che le nuove mogliettine provano a cucinare un piatto qualunque ma sacro alla suocera). Vi ricorderete senz’altro quello che successe alla Coca Cola, (tutto sommato l’equivalente bevanda nazionale in America), quando qualche pazzo decise la stessa cosa. Volevano farla più dolce in Europa come già lo era da loro, ma tutti urlarono, e poco dopo rispuntò sugli scaffali con il sottotitolo “classic”. A Londra, pochi lo sanno, qualche anno fa successe un altro scandalo del genere ma che non ha avuto la stessa risonanza. La Dunhill, la prestigiosa marca di pipe e affini, negli anni aveva prodotto anche un profumo, un’eau de toilette, nemmeno facile a trovarsi. Eppure dopo un certo numero di anni, hanno pensato anche questi di cambiare fragranza e nome eliminando l’altra cui si erano abituati tutti, compreso il mio amico Piero Corsini che, usandola per motivi di autoplagio (Londra, Dunhill, Savile Row, l’agente segreto 007, Sean Connery, insomma l’impero Britannico in bianco e nero), scrisse una lettera infuocata al responsabile della linea profumi che si scusò promettendo di ripristinare la produzione e, garantendo una personale fornitura di quell’eau de toilette, gli spedì in regalo un paio di bocce formato famiglia. Allora? Come mai avvengono questi tentativi di cambiare gusti, fragranze e aromi cui siamo abituati? In realtà, alla Twinings sanno benissimo che le abitudini non si cambiano, sono loro i primi che non sostituiranno mai l’Earl Grey con il NEW Earl Grey nel segreto delle loro casette calde e confortevoli. Ma il marketing gli suggerisce di fare un po’ di carnival nella speranza che qualche nuovo palato ci caschi e magari diventi un affezionato nuovo cultore di un tè vecchio di pochi giorni. Sanno che noi continueremo a pretendere il nostro vecchio tè, e sanno anche che siccome tutti ne parleranno (come noi qui per esempio) confidano che qualcuno incuriosito li compri addirittura tutti e due per sentire qual è la differenza. Morale? Ne venderanno più di prima di questo sciagurato annuncio. Soprattutto in questi giorni, quando tutti noi impauriti stiamo facendo la scorta al supermercato con la scatola da 50 bustine!
Per me comunque “Just a cloud, please!”.

7 commenti:

Chainer_87 ha detto...

Vorrà dire che cambierò marca o me lo farò fare in erboristeria

Lolli ha detto...

Chissà cosa ne pensa la regina Elisabetta, cultrice dell'Earl Grey (che, secondo indiscrezioni di palazzo, cerca sempre di essere in privato al momento del tè, perché vuole farselo da sé e ama accendere di persona il bollitore)??!

Giù le mani dall'Earl Grey originale!

Brunella ha detto...

Please, don't touch my Earl Grey!
Pure nel regno di Sua Maestà fanno l'ammuinna per vendere di più!
Che tristezza, certo sarà una studiatissima strategia di mercato, ma dà l'idea di come i produttori considerino i consumatori....un po' polli!
I'm on strike and drinking a cup of tea!
Have a nice week Bru

Anonimo ha detto...

Dear Riccardo Rossi,
Is there any way to talk to you in person ? I am not a journalist, nor am I in any way affiliated or associated with any organization. I'm not a psycho and in no way am I begging for charity. I'm just a simple woman with a simple wish. I just wish I could talk to you for a couple of minutes. I feel obligated to tell you, this is all about a personal story and a personal wish that concerns me alone. It's not political, it's not economical, It's personal. If you are willing to listen to personal stuff from a stranger, I will try to make it as short as possible. Not many people care for strangers, I know you are not one of them. Here is my story:
http://pepi.westarts.com/index.html?r=20110409191928 or
http://www.facebook.com/event.php?eid=115689685178276 or http://www.facebook.com/note.php?note_id=217139624966640 or
http://www.facebook.com/topic.php?uid=18000802685&topic=20247
Frankly, if I get a letter from someone, somewhere, it will not look seriously that she claims to be a very good and and have exceptional abilities ? I know how crazy this sounds and I myself can't believe I'm even asking this.
Sincerely
Penka Apostolova
http://www.facebook.com/pepi.apostolovaa

Anonimo ha detto...

Ciao Riccardo, il malto Kneipp!
Sono anni che lo cerco senza successo. Era in grani tostati ancora da macinare. Per farlo usavo un vecchio (antico?) macinino di legno e ferro, marca Peugeot, acquistato da mio padre a Porta Portese. Il macinato cadeva in un cassettino di legno estraibile. Un profumo... L'infuso lo mettevamo in un thermos da cui poterlo dispensare con una comodissima e vintage pompetta manuale. Restava caldo fino al giorno dopo.

Franciscu | Sardegna

Anonimo ha detto...

per me va bene tutto finchè non tocchino il mio caffè Illy...

anna

Anonimo ha detto...

Anche io sono cresciuto con Twinings. Poi sono passato a Mariage Freres, marchio parigino. Sublime.
Andrea