lunedì 6 dicembre 2010

In macchina con Mario


Nel 1986 Mario Monicelli apre la sportello posteriore di una Golf GLD nera. Accanto a lui Suso Cecchi D’Amico. Seduta davanti sua nipote Margherita e alla guida il sottoscritto. Quell’automobile quindi, stava trasportando due colonne del cinema italiano in compagnia di due ragazzi di vent’anni, di ritorno da Frascati dove erano appena terminate le riprese di “Oci Ciornie” diretto da Nikita Michalkov e prodotto da Silvia D’Amico. Quella sera, durante la festa di fine film, avevo conosciuto Marcello Mastroianni e mi ero pure scattato due foto con lui mentre mi chiedeva di guardare il fotografo, almeno durante lo scatto, e di non fissarlo come stavo facendo da un quarto d’ora. Avevo visto Suso Cecchi ballare un valzer con Nikita Michalkov ubriaco di secchi di vodka. Avevo visto Silvia D’Amico tirare un sospiro di sollievo sul genere “adesso ci manca il montaggio e poi finalmente è finita!”. Avevo chiesto a Silvana Mangano di spiegarmi come aveva dato quello schiaffone ad Alberto Sordi sul finale de ”L’Automobile” e lei mi aveva risposto: “aveva una paura Alberto e io gli ho detto ‘tranquillo’, invece gli ho dato una sberla! Hai visto, vero?”. Avevo sentito il direttore della fotografia Franco Di Giacomo descrivere come “Marcello”, su sua richiesta, aveva ripetuto un’inquadratura di un monologo dove ricordava, rideva, piangeva, tutto, con un riflesso bellissimo e irripetibile, perso per un problema che solo al cinema (“il pelo in macchina”) e lui l’aveva rifatto senza battere ciglio riprendendo la luce esattamente in quel punto! Insomma, avevo appena passato una serata così e ancora non avevo parlato di niente con Monicelli. Ma ecco l’occasione: l’avrei accompagnato in macchina, meglio di così... Comincia il viaggio e dopo le prime curve trovo il coraggio per cominciare la litania di complimenti che riguardava l’UNICO suo film che avevo visto, “Il Marchese del Grillo”, non accorgendomi che, parlando tanto di “come recitava Sordi tra le sue mani”, omettevo capolavori come “Un eroe dei nostri tempi”, o “La grande guerra”, o “Un borghese piccolo piccolo”. Ma non c’era niente da fare, ero eccitato come una falena impazzita alla luce di una lampada accesa di una sera d’estate, con quei due in macchina non ci credevo, urlavo di tutto, ma solo riguardo al Marchese del Grillo: sulle inquadrature dei palazzi, su Paolo Stoppa di come faceva bene il papa, degli altri attori, dei dialoghi, delle citazioni... Lui annuisce e sorride in silenzio. Ma al momento dei saluti chiudendo la porta mi dice: “Senta, mi fa molto piacere che le sia tanto piaciuto questo film e io la ringrazio molto per i complimenti, ma le vorrei ricordare che ne avrei diretti anche altri, anche con Alberto Sordi, tranquillo! Se li guardi, e grazie del passaggio!”.
Grazie a te, Mario.

3 commenti:

claudia marotti ha detto...

come qualcuno parla dei suoi incontri con Monicelli io mi commuovo e mi viene da piangere .. ovviamente anche questa volta

Anonimo ha detto...

Viva la vita.
Amicizia.com

Anonimo ha detto...

Anch'io guardo e riguardo con passione il marchese del grillo. testimone di una Roma papalina e bellissima.