domenica 14 agosto 2022

A mani libere

 

A mani libere. Questa dev’essere l’estate (in realtà i quindici giorni, o il ponte di ferragosto, o la vacanza minima, o l’unico stacco da quei 350 giorni che ci mancano per finire l’anno) delle mani libere. Non voglio essere come quei ragazzini che nella sinistra hanno l’iPhone e nella destra lo spritz, con lo sguardo che non sa dove posarsi e se devono salutare una ragazza, peraltro anche lei con le mani impegnate, possono solamente alzare il mento o le spalle perché non hanno il coraggio di buttarsi alle spalle quel drink per stringerle a sé, e sospirargli all’orecchio un “stasera insieme?” È a mani libere che voglio passare questi giorni, per fare un saluto appunto, magari da lontano, per accendere una sigaretta, chiunque me lo chiedesse, con un Dupont d’argento, l’unico accendino degno di questo nome, per stringere una mano a chi nemmeno me la porge, per giocare una partita a carte, ordinando un cordino  (troppi gin tonic questa primavera/estate passata), per leggere un menù usando gli occhiali e non la torcia dell’iPhone (a mani vuote, no?!?), per scrivere una cartolina chiedendo il francobollo alla posta (ormai li trovi solo lì dentro e ti guardano pure come un alieno), invece di un sms, o addirittura una lettera con la carta intestata dell’albergo, invece di un vocale su whatsapp, immaginando lo stupore di chi riceve questo atto d’amore che potrebbe anche essere male interpretato e che al massimo potrebbe ricevere un sms stupito di risposta, ma che magari verrebbe apprezzato tra vent’anni, quando a tutti loro verrà da piangere a dirotto per qualsiasi sguardo affettuoso gli venga rivolto: è lì, in quel momento che si ricorderanno di questo bellissimo gesto chiuso in un cassetto, cercandolo con violenza. Sto lavorando per tutto questo, a mani libere! È a mani libere che voglio cadere in avanti, se proprio devo, per evitare di fratturarmi qualsiasi cosa, mi servono libere per scrivere questi pensierini, per poter leggere un giornale di carta e non sull’iPad anche se è comodissimo (e attenzione: se riprendi in mano il “cartaceo” come per incanto non ti servono gli occhiali, come è possibile???). A mani libere, la testa mi gira meglio e può cominciare a fare quel viaggio che non ho mai avuto il coraggio di fare, quello che non conosce confini se non quelli della paura e per una volta sarò in grado di capire finalmente qualcosa di questo viaggio, questa linea più o meno retta che stiamo percorrendo da tanto tempo ormai e che ogni tanto, fortunatamente prevede una sosta, a patto di avere le mani libere, anche per scrivere qualcosa e non dimenticarsela. Buone vacanze!

1 commento:

Claudio ha detto...

Sono contento di vedere che hai ripreso a scrivere i tuoi pensieri qui. Sono stati una piacevole scoperta di qualche tempo fa e sono andato a ritroso leggendoli tutti. Mi sei sempre piaciuto come attore e comico e non conoscevo questo tuo lato. Ho letto che verrai a Taranto in questa stagione teatrale (io vivo qui) , ovviamente verrò a vederti e spero di poter fare una foto con te e magari due chiacchiere.
Continua a scrivere questi estratti di vita in cui spesso mi ci ritrovo.
Grazie
Claudio